I 3 metodi per valutare l’apprendimento

Compiti in classe, interrogazioni, domande dal posto… ma di cosa parliamo realmente quando discutiamo di valutazione dell’apprendimento?

Da un punto di vista psicologico, la valutazione dell’apprendimento dell’alunno viene considerata al pari di una tecnica di misurazione della memoria: infatti, la memoria è quel processo cognitivo che ci permette di mantenere e rendere disponibili le informazioni che abbiamo appreso.

Quando si parla di valutazione dell’apprendimento, la ricerca in psicologia ci viene in aiuto fornendoci 3 modalità di misurazione della memoria, le quali riassumono tutti i metodi di valutazione dell’apprendimento.

  1. Rievocazione: si tratta di cercare una informazione appresa in passato ed esprimerla. Ad esempio, rispondendo alla domanda “In quale anno è stata scoperta l’America?”, si offrono alcune informazioni di contorno, utili per identificare il target cercato. Il grado di difficoltà dipende dalle informazioni contenute nella domanda: se sono sufficienti, se circoscrivono bene il target, etc. All’occorrenza, l’alunno può essere aiutato con degli spunti (altre informazioni di contorno) per facilitare la rievocazione “ti ricordi…ne abbiamo parlato ieri in classe, l’America è stata scoperta da Cristoforo Colombo…”: infatti, fornire un contesto facilita il compito di rievocazione!
  2. Riconoscimento: si tratta di identificare se l’informazione corretta è tra quelle proposte oppure no. Ad esempio, ricade in questa categoria la domanda “La scoperta dell’America è avvenuta nel 1492?” a cui l’alunno deve rispondere “vero o falso” ma anche le domande a scelta multipla “In quale anno è avvenuta la scoperta dell’America?” con la possibilità di scegliere tra varie opzioni (di cui una è quella giusta, e le altre sono distrattori). La difficoltà dipende da quanto è distinguibile la risposta corretta da quelle errate.
  3. Riapprendimento: si tratta di memorizzare la stessa informazione una seconda volta in un momento successivo misurando la differenza di tempo/sforzo richiesto, rispetto al memorizzare l’informazione la prima volta. Ad esempio, quando lo studente deve imparare a memoria una poesia e la memorizza una prima volta a casa e una seconda volta in classe. Memorizzarla la seconda volta, in classe, è stato più semplice rispetto alla prima volta, a casa? Se non c’è differenza, vuol dire che la prima “fatica” era stata inutile. Il tempo che intercorre tra le due prove può incidere, ma non è decisivo: quando si apprende davvero una cosa, ci è disponibile per tutta la vita.

Questo è quello che ci dice la psicologia quando parliamo di valutazione dell’apprendimento.

E voi insegnanti che vi occupate di valutazione tutti i giorni cosa ci raccontate? Credete che queste 3 categorie siano esaustive o esistono altre modalità di valutare l’apprendimento? Qual è, secondo voi, la modalità che funziona meglio per valutare il reale apprendimento dell’alunno, per un certo contenuto?

Aspettiamo i vostri commenti, dubbi, domande o critiche!

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